domenica 18 febbraio 2018

ITALIA Repubblica a sovranità limitata


ITALIA Repubblica a  sovranità limitata
TEOCRAZIA ITALIANA  [il governo del fantomatico dio in Italia*]


16 febbraio 2018 articolo tratto da LEFT n.17 del 16-02-18

Il 18 febbraio 1984 Craxi sigla il nuovo Concordato. La Chiesa cattolica rivede in parte i Patti lateranensi stipulati con Mussolini nel 1929 e rinuncia finalmente
alla pretesa di essere «la sola religione dello Stato»
. Ma ottiene in cambio nuovi
privilegi e il miliardo dell’8x1000
di Raaele Carcano
[DAL RISORGIMENTO]

Eil 25 marzo 1861. Da otto giorni è stato proclamato il Regno d’Italia, di un’Italia monca del Triveneto e del Lazio. Monca dunque anche di Roma, dove regna il papa.
Il primo ministro Cavour propone al parlamento di Torino di proclamare comunque Roma capitale d’Italia. Chiede al papa un passo indietro: la rinuncia al potere terreno.
Cavour è un convinto laico, tanto da ritenere che «nel secolo prossimo la separazione della Chiesa dallo Stato sarà un fatto compiuto ed accettato da tutti i partiti».
Si sbaglia clamorosamente. Cavour muore due mesi dopo. Non vedrà la guerra
che, nel 1870, l’Italia dovrà dichiarare al papa per avere la sua capitale
. E non proverà la delusione di non vedere mai un’Italia laica, che era un obiettivo
centrale del progetto risorgimentale.
Nonostante le scomuniche scagliate da Pio IX contro i vertici della nazione, il cattolicesimo resta la religione del Regno d’Italia.
Mentre in Francia si approva, nel 1905, la storica legge sulla laicità, Pio X capisce che tenere i cattolici italiani lontani dalla politica è controproducente, perché favorisce la secolarizzazione della società e delle istituzioni.

[AL REGIME FASCISTA*]

Ed ecco, nel 1913, il patto elettorale che i liberali di Giolitti, dopo aver scaricato i radicali, stipulano con i clericali di Gentiloni. La strada è dunque già stata segnata, quando il fascismo prende il potere: e 707 anni dopo Worms resuscita il Concordato.
Ma basta che osserviate le fotografe scattate in Laterano l’11 febbraio 1929 per rendervi conto che non è comunque un passo facile. Mussolini e il cardinale Gasparri, al momento delle firme, si guardano cupi. Anche le personalità presenti non sembrano particolarmente felici.
Il duce ha un passato socialista e anticlericale di cui ora si vergogna, le gerarchie ecclesiastiche sanno che una parte del mondo cattolico non capirà.
Ma quando c’è la volontà politica si arriva sempre a un accordo, anche quando i contraenti sono due totalitarismi. Benché Pio XI pensi che l’unico totalitarismo doc sia quello della Chiesa cattolica, il 13 febbraio rende onore a Mussolini, affermando che «ci voleva un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare, un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale».

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Un uomo che, dopo aver cancellato le libertà civili, riportasse indietro le lancette della storia.

La Chiesa, con i Patti Lateranensi, dona al fascismo credibilità e legittimità nel mondo intero.

In cambio può tornare a gestire il potere terreno, perché nasce lo Stato della Città del Vaticano. La Chiesa ottiene anche una serie incredibile di privilegi. Tra i più importanti, il riconoscimento civile dei matrimoni cattolici (e delle loro eventuali nullità), numerose esenzioni dalla giustizia e dal fisco italiani nonché la generalizzazione dell’insegnamento a scuola della sua dottrina, definito «fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica».
Il colpo più grosso sono i due miliardi di lire che ottiene a titolo di risarcimento. Con quei soldi, il Vaticano crea in breve tempo lo Ior.

La Camera è integralmente fascista, ma al momento dell’approvazione dei Patti persino due fascisti votano contro.

Al Senato, che è di nomina regia, votano contro in sei, tra cui Luigi Albertini (per ventun anni direttore di un Corriere della Sera ancora laicista), il giurista Francesco Ruffini (uno dei dodici docenti universitari a non giurare fedeltà al fascismo) e il filosofo Benedetto Croce. Che nel suo discorso parafrasa Enrico IV, l’uomo che si fece cattolico per diventare re di Francia, ricordando che «l’ascoltare o no una messa è cosa che vale infinitamente più di Parigi, perché è aare di coscienza». Quella del duce dev’essere molto sporca, perché si arrabbia e definisce Croce un «imboscato della storia». Ma gli imboscati sono tanti: è perplesso persino il re (quel re, Vittorio Emanuele III).

Gli antifascisti sono molto critici. Secondo Gramsci, ogni concordato è «una capitolazione dello Stato». Ma la Conciliazione è cosa ormai fatta. Il Vaticano
ci prende gusto e si mostra conciliante e concordante con regimi di ogni risma, persino
con il nazismo di Hitler (la firma è del futuro Pio XII).

[ALLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA LAICA E ANTIFASCISTA*]

Con la seconda guerra mondiale, però, tanti di quei regimi crollano. In Italia, la Liberazione genera anche molte aspettative laiche. Non è stata forse la Chiesa a
sdoganare il fascismo nel mondo?

Ma anche i partigiani resteranno delusi.

Se in Francia la laicità entra nella costituzione, in Italia ci entrano gli accordi stipulati con il fascismo: «Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regola ti dai Patti lateranensi».


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Calamandrei chiede nel suo intervento che, se proprio si vuole «proclamare una Repubblica confessionale», lo si deve dire apertamente: non si devono fare «cose di tanta importanza alla chetichella».
Ma a favore dell’articolo 7 votano anche i comunisti. Anziché ringraziarli, due mesi dopo i democristiani li buttano fuori dal governo.
Per la Chiesa cattolica è un secondo colpo grosso: mantiene tutti i vantaggi derivanti dal concordato ed elimina ogni preoccupazione politica e ogni dissenso tra le sue fila. La costituzione democratica ingloba un trattato che definisce il cattolicesimo «la sola religione dello Stato». Un’incongruenza palese, che la Dc al potere non ha alcuna intenzione di rimuovere.
Negli anni Settanta il vento cambia: si approvano le leggi sul divorzio e sull’aborto, e i cattolici perdono i referendum che volevano abolirle.
Sembra la volta buona per avere un Paese laico.


[AL RAFFORZAMENTO DEL POTERE ECONOMICO
FINANZIARIO DELLA CHIESA*]


Ma le aspettative vanno una volta di più deluse,
perché il 18 febbraio 1984 Craxi sigla un nuovo concordato.

La Chiesa rinuncia finalmente alla pretesa di essere «la sola religione dello Stato», ma ottiene in cambio l’introduzione dell’ora di religione alle scuole materne e, soprattutto, il meccanismo dell’8x1000. Partorito, si racconta, dalla mente creativa di un giovane Tremonti.

È il terzo colpo grosso: le somme che riceverà tramite lo Stato aumenteranno a dismisura.

E questa volta votano a favore non solo democristiani e comunisti, ma anche i socialisti. Il parlamento approva il nuovo concordato quasi all’unanimità.

Quando scoppia Mani pulite, scoppiano anche Dc, Pci e Psi. Tuttavia non scoppiano i gattopardi democristiani ed entrano in tutti i partiti, accentuando così il clericalismo politico. Risultato: l’inerzia anticoncordataria è ormai tale che l’Uaar, nel 2013, lancia una petizione che raccoglie più di 20mila firme.
Ma non trova il sostegno di alcun gruppo parlamentare.

L’articolo 7 resta dunque in bella vista in quella che in tanti definiscono «la Costituzione più bella del mondo». Senza forse conoscerne molte altre, visto che la laicità è citata in più di trenta testi fondamentali di altrettante nazioni.






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[FESTEGGIAMENTI ANNUALI PER AVER CONSERVATO LA ROCCAFORTE DEL POTERE TEMPORALE-RELIGIOSO  TRA I PIÙ DISCUSSI DELLA STORIA*]

Ogni anno, all’ambasciata  italiana presso la Santa Sede, le istituzioni italiane e vaticane festeggiano insieme l’anniversario concordatario, sorvolando sulla sua origine fascista.
Presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera, del Consiglio vi partecipano senza problemi, qualunque colore politico abbiano.
Nelle fotografe scattate durante questi happenings noterete uomini (saltuariamente anche  donne) sorridenti. Vanno d’amore e d’accordo.

La Chiesa cattolica continua a voler mantenere ogni suo privilegio, continuando quindi a discriminare i non cattolici. Nello Stato vaticano tutti i poteri sono ancora concentrati - totalitariamente – nelle mani del papa. Sul palcoscenico della politica italiana si aggirano ancora dei Gentiloni e delle Mussolini. Non troverete invece alcuna traccia, né genetica né ideale, dei Cavour, dei Croce, dei Gramsci, dei Calamandrei.

Non che sia facile avere un Paese laico: secondo uno studio del Pew research center, in 43 Stati esiste ancora una religione ufficiale, e in altri 40 (tra cui l’Italia) una religione di Stato di fatto. Persino i laicissimi cugini francesi non sono ancora riusciti a superare il concordato napoleonico vigente in Alsazia e Mosella (che nel 1905 erano sotto amministrazione tedesca). Ma vi è quantomeno una diusa consapevolezza che si tratta di un problema da risolvere.
Da noi, invece, c’era molta più opposizione allo strumento concordatario durante il Ventennio.

Vi sembra normale che la nostra Costituzione citi ancora uno dei massimi successi del fascismo?

Non è tuttavia necessario disperarsi. Anzi. A ben vedere, l’Italia non è mai stata così plurale e secolarizzata. Non ha mai avuto così tanti cittadini che ritengono che non valga mai la pena andare a messa.
Certo, i politici non hanno mai parlato così poco della laicità: ma i politici non sono mai stati così detestati dalla popolazione.

I giovani non sono mai stati così lontani dalla religione.

È una generazione che non ha ancora trovato il modo di dare forma politica alle proprie aspirazioni: quando accadrà, potrebbe riscattare le delusioni patite da chi si è battuto per il Risorgimento, la Liberazione, le conquiste civili degli anni Settanta.
E demolire finalmente quel
relitto giuridico medievale
che è il Concordato.
*sottotitoli [ ] di Gianluca Albertini
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